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La Marmilla è un’area caratterizzata da un infittirsi di centri abitati (fatto singolare nell’isola) e di appezzamenti di terreno fertile estremamente frazionati, su di un paesaggio segnato e delimitato dai massicci vulcanici degli altopiani (denominati giare) e del M. Arci. L’origine degli altopiani che segnano il panorama della Marmilla è riconducibile ad eventi risalenti a circa tre milioni di anni fa, quando l’attiva spinta esercitata dal continente africano determinò l’innalzamento di nuovi vulcani (come il M. Arci) dai quali fuoriuscirono grandi quantità di magma basaltico che andò a colmare ampie depressioni. Terminata questa fase, nel Quaternario il paesaggio della Marmilla divenne molto simile a quello attuale, con le sommità dei rilievi ricoperti da colate basaltiche. Si tratta di un cantone profondamente omogeneo tuttora ancorato agli
antichi modelli insediativi delle aree cerealicole, con un’accentuata
dispersione degli abitanti, disseminati capillarmente sul territorio in
piccolissimi comuni che sono riusciti comunque a conservare la loro autonomia
amministrativa. Essa rappresenta la regione collinare per eccellenza della
Sardegna, dove - in un’area a forte vocazione cerealicola - i vasti
altopiani costituiscono l’area riservata al bosco ed al pascolo.
La scarsità di alberi ha una spiegazione storica proprio in tale
vocazione cerealicola, in quanto questi erano visti come sottrattori sia
dell’intensità luminosa dei raggi solari che degli elementi
nutritivi presenti nel suolo, utili ai cereali.
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